Pubblico la lettera che Flavia Sorrentino, portavoce del        movimento Meridionalista MO', ha inviato al conduttore di Ballarò        Massimo Giannini, dopo l'ultima faziosa puntata del programma.
      
      Spett. Massimo Giannini,
      
      se le scrivo è perchè non sopporto l'idea di restare in silenzio      dopo quanto visto a Ballarò nella puntata del 23/02/2016, ad      apertura della quale è stato affrontato il tema della criminalità a      Napoli.
      
      Sarò diretta: sono stufa di sentir parlare del Sud e di Napoli,      metropoli simbolo del Mezzogiorno, sempre in chiave fatalistica e      negativa, come un posto dove si vive solo di miseria e tutto è      abbandonato a se stesso, all'incuria e alla malavita. Io difendo chi      fa inchiesta, chi porta alla luce disagi e problemi, ma per      denunciare chi ne ha le responsabilità e dire a chiare lettere cosa      o chi alimenta il fenomeno criminale.
      
      Andrebbe specificato che se la criminalità è così predominante in      taluni contesti, è perchè è riuscita a sostituirsi al potere statale      nell'erogazione di servizi, facendo da cuscinetto ammortizzatore di      necessità e bisogni delle fasce più deboli, al punto di realizzare      un'economia parallela che tiene a freno il tappo della disperazione:      la grave e perdurante assenza di Stato, nei quartieri cosiddetti a      rischio, è la motivazione principale e non gregaria, dell'aumento      della malavita, che come facilmente intuibile, si irrobustisce se      non subisce una decisa e decisiva opera di contrasto.
      
      "Come si vive a Gomorra?" o "Questa è la fotografia di Napoli!",      sono ottimi titoli da prima pagina, ma suggeriscono pericolosamente      a chi guarda e ascolta, che non esistono realtà diverse dal crimine      e offrono una giustificazione a posteriori, alle dichiarazioni del      Presidente della Commissione nazionale antimafia, Rosy Bindi,      secondo la quale la camorra è un elemento costitutivo della città,      una sorta di predisposizione endemica ed ineluttabile alla      delinquenza, che esiste ed è una piaga sociale, ma che di certo non      può essere analizzata come un fatto genetico o etnico dei      napoletani.
      
      Nessuno in studio che abbia dato realmente voce alla Napoli che non      entra mai nelle case degli italiani. Da una parte Antonio Bassolino,      candidato alle primarie del PD per la corsa a Palazzo San Giacomo,      al quale non è stata fatta nemmeno una domanda sul suo operato di      amministratore politico quando la città annegava nell'emergenza      rifiuti ed era vittima con la Campania di uno spietato sistema di      affarismo imprenditoriale e criminale; dall' altra Valeria      Ciarambino del M5s, in contrasto per ovvia posizione con Renzi,      anche se il suo Movimento in Parlamento non si oppone mai alle      scelte anti-meridionali dell'esecutivo.
      
      Mi sarebbe piaciuto che le telecamere di Ballarò fossero andate a      chiedere conto al Ministro dell'interno Angelino Alfano su come mai      non si è mai visto alla testa dei cortei, accanto alla gente che      scende in piazza, al di là dei luoghi comuni sull'omertà, per      gridare tutta la propria rabbia contro la camorra. Mi sarebbe      piaciuto se foste andati da Matteo Renzi a chiedere che fine ha      fatto il Masterplan per il Sud e perchè questo Governo utilizza per      il bonus occupazione previsto nella Legge di stabilità 2016, ben 2      miliardi di Fondi PAC del Sud, per agevolare l'occupazione      lavorativa al Nord, quando a Napoli e in tutto il Mezzogiorno si      muore di disperazione, disoccupazione e desertificazione      industriale.
      
      Sulle pagine de "Il Mattino" il giorno 15/02/2016 a cura di Marco      Esposito, è uscito un articolo sui finanziamenti ferroviari del      Governo al Sud (appena 400 milioni di euro contro 9 miliardi al      centro-Nord), l'ennesimo di una lunga serie che denunciano tagli      indecenti alla sanità, all'università, agli asili, agli investimenti      nel Mezzogiorno. Mi piacerebbe capire perchè nelle trasmissioni      nazionali, a partire da quella che Lei conduce, non viene mai      invitato chi rappresenta politicamente le istanze del Sud, per      offrigli la possibilità di smentire con dati ed argomentazioni, la      retorica sul Mezzogiorno quale inguaribile palla al piede del Paese,      mentre il pensiero leghista di Salvini sovrasta i salotti      televisivi.
      
      Quando Roberto Saviano in collegamento, afferma che non esiste      nessun nuovo percorso per la salvezza del Sud, racchiude in breve il      messaggio che passa quando si usano definizioni come: "Questa è      Napoli" e cioè una città senza futuro dove tutti quelli che restano,      presumibilmente i peggiori, sopravvivono "nella terra di Gomorra".      Così si chiude il cerchio dell'informazione italiana, ma non della      realtà.
      
      C'è un sentimento di ribellione che da Sud comincia a prendere      forma, attraverso un fermento culturale e politico sempre più      organizzato ed autonomo.
      C'è una città, Napoli, che nonostante le continue discriminazioni,      resiste e tesse la tela del cambiamento. Ecco perchè andrebbe      sottolineato, con forza e contro corrente, che quella mostrata nel      piccolo schermo è la parte di una verità più grande, fatta di donne      ed uomini coraggiosi, che senza Stato e senza scorta questa terra      ogni giorno la onorano, la vivono e la amano. Perchè la verità è      tale, solo se raccontata tutta.
      
      Distinti saluti.
      
      Flavia Sorrentino    
 
